Cavalcare la digital transformation: alla scoperta del progetto europeo C-DISK
a cura di Manuela Brusoni Caterina Carroli Luca Quaratino (nella foto, in senso antiorario)
ASFOR – in collaborazione con il socio ECOLE – Enti COnfindustriali Lombardi per l’Education – sta partecipando a un progetto Erasmus+ Partnenariati Strategici (KA2) denominato C-DISK (Certify DIgital Soft sKills). Il contesto in cui si colloca il progetto è quello della digital transformation. Con tale espressione ci si riferisce a un fenomeno complesso caratterizzato da tre elementi distintivi:
- Tecnologico: utilizzo di nuove tecnologie digitali, quali social media, dispositivi mobili, strumenti sofisticati di analisi dati;
- Strategico-Organizzativo: cambiamento dei processi organizzativi e dei modelli di business;
- Economico-Sociale: impatto su tutti gli aspetti della vita umana, in particolare sul processo di istruzione e formazione professionale (iniziale e continuo) nonché su ingresso e permanenza nel mercato del lavoro.
Sono partner di C-DISK[1] istituzioni ed enti che integrano le prospettive culturali e le competenze accademiche, tecniche e professionali utili a rappresentare in modo completo e articolato la ricchezza e la complessità del tema del progetto, analizzare le possibili ricadute organizzative e sociali e formularne una lettura propositiva.
La trasformazione in atto, dovuta alla progressiva penetrazione delle tecnologie digitali in tutti i mercati e gli ambiti di attività umana (Reis et al. 2018; Ross et al., 2016), sta avendo un impatto notevole sui modelli di business, sui processi organizzativi e sulle competenze personali e professionali necessarie per entrare e progredire nel mercato del lavoro. Organizzazioni e lavoratori sono chiamati a rimanere al passo col nuovo “mondo digitale” ed evitare il rischio di perdere posizioni competitive e di essere esclusi dal mercato del lavoro. Affrontare con successo la digital transformation richiede alle imprese e ai lavoratori di sviluppare un ampio ventaglio di conoscenze, capacità e attitudini digitali e interpersonali (Carcary, Doherty, Conway, 2016). Al loro fianco, i sistemi dell’istruzione, dell’educazione superiore e della formazione continua possono svolgere un ruolo cruciale nel promuovere con efficacia i massici interventi di riqualificazione professionale (reskilling e upskilling) necessari.
Non a caso, da molte parti si richiama la criticità di un significativo skill shortage a tutti i livelli, sia nell’ambito educativo sia in quello aziendale: la mancanza di staff e skills adeguate in ambito digitale rischia di rappresentare uno dei maggiori ostacoli non solo allo sviluppo della strategia digitale, ma più in generale crescita economica complessiva del prossimo futuro.
Uno studio di alcuni anni fa, aveva già sottolineato come il gap di competenze sia in realtà maggiore per le “soft digital skills” (collaborazione, apertura al cambiamento, ecc.) rispetto alle “hard digital skills” (cyber-security, analytics, ecc.): 59% vs. 51% (Capgemini-Linkedin, 2017). Più di recente, una nuova ricerca (Feijao et al., 2021)[2], avente per oggetto l’analisi il tema del digital skill gap a livello globale, ha sottolineato sia la centralità delle soft skills nel consentire l’adattamento delle lavoratrici e dei lavoratori ai nuovi contesti digitali sia la crescente consapevolezza della loro rilevanza da parte delle organizzazioni.
Questi dati, uniti a una rassegna della letteratura più qualificata in materia di definizione del concetto di competenza digitale (Calvani et al., 2010; Ferrari, 2012; Larraz, 2013; Ilomaki et. al., 2014; Antonakis et al., 2016), evidenziano con chiarezza il fatto che la trasformazione digitale sta imponendo un cambio di paradigma non solo in termini di conoscenze e capacità in ambito strettamente tecnologico, ma anche e soprattutto dal punto di vista culturale e attitudinale. Non solo alfabetizzazione digitale sulle nuove tecnologie, ma anche sviluppo di soft skills ed e-leadership, ossia la capacità di interpretare la realtà nella prospettiva digitale, di guidare gli altri nella trasformazione digitale e di gestire gruppi e relazioni con la mediazione delle nuove tecnologie. Gli eventi dell’ultimo biennio, in cui l’emergenza sanitaria ha accelerato l’utilizzo delle tecnologie digitali nella formazione e nel lavoro ‘forzati’ a distanza, rendono ancora più urgente intervenire per superare i già menzionati gap.
Tali competenze risultano ancora più importanti e critiche alla luce della pervasività delle tecnologie di Intelligenza Artificiale, sia nei contesti produttivi che in quelli educativi. Saper interagire con efficacia con queste nuove tecnologie richiede un rafforzamento significativo del critical thinking, della capacità di ragionare sui processi in logica partecipativa e della capacità di gestire l’incertezza.
Alla luce di queste considerazioni il progetto C-DISK si pone i seguenti obiettivi:
- sostenere la crescita del livello di competenze digitali, sia conoscenze tecnologiche sia soft skills/e-leadership, di studenti e lavoratori coinvolti in processi di formazione continua;
- contribuire alla riduzione del mismatch tra domanda e offerta (skill shortage) di professionalità adeguate sul mercato del lavoro alla luce della trasformazione digitale dei luoghi di lavoro;
- favorire il riconoscimento formale dell’acquisizione di competenze digitali, hard e soft, a sostegno dei processi di transizione/mobilità lavorativa (scuola-lavoro, intersettoriale, tra aree territoriali, tra Paesi);
- accrescere la capacità degli istituti di formazione professionale iniziale e continua di progettare ed erogare percorsi formativi per lo sviluppo delle competenze digitali di studenti e lavoratori.
Attraverso la costruzione di un modello unico e integrato di competenze per l’era digitale agganciato al framework europeo DigComp 2.1 – che vanno da quelle tecnologiche a quelle interpersonali e di e-leadership – e del relativo meccanismo di certificazione della loro acquisizione, si favorisce l’innalzamento della qualità dei sistemi di formazione professionale iniziale e continua. I principi ispiratori sono quelli della trasparenza, della certificazione formale e della riconoscibilità delle competenze ai fini della loro spendibilità sul mercato del lavoro europeo. In quest’ottica il progetto intende procedere anche a una sperimentazione del sistema delle microcredenziali, che potrebbe aumentare il grado di flessibilità dei sistemi di offerta formativa e favorire ulteriormente la costruzione di percorsi su misura formalmente certificati. In fase di progettazione dei percorsi formativi si procederà a strutturarli in “unità di apprendimento” autonome, ma al contempo facilmente integrabili. Per ciascuna unità sarà prevista un’azione specifica di certificazione delle competenze acquisite.
In particolare, sono due i target principali di beneficiari del progetto: gli studenti impegnati nel loro percorso di istruzione (IFP iniziale) e i lavoratori interessati da processi di aggiornamento e riqualificazione professionale (formazione continua). L’auspicabile impatto positivo su entrambi dovrebbe determinare nel medio periodo l’ingresso nel mercato del lavoro di risorse giovani competenti – sia in termini tecnologici che interpersonali – e quindi in linea con le esigenze del mondo produttivo; in parallelo, l’azione di reskilling dedicata a chi già lavora, quindi di maggiore seniority, dovrebbe favorirne la permanenza sul mercato del lavoro con chiari vantaggi di ordine economico e di protezione sociale.
Con questo progetto, guidato da ECOLE, ASFOR si propone non solo di contribuire portando la prospettiva italiana in un contesto internazionale, ma soprattutto di rafforzare la partecipazione e la collaborazione tra gli associati su temi rilevanti per la formazione manageriale post-experience, in questo caso la trasformazione digitale per il lifelong learning, che si delinea come un percorso inevitabile in una società attenta sia ai bisogni della collettività sia a percorsi di evoluzione del mondo produttivo e professionale. Un passo cruciale in questa direzione sarà il coinvolgimento dei soci ASFOR a indagini e a gruppi di lavoro sul modello attuativo proposto dai ricercatori di C-DISK.
[1] Oltre a ECOLE – Enti COnfindustriali Lombardi per l’Education e ad ASFOR- Associazione Italiana per la Formazione Manageriale, sono partner del progetto: UPI- Zalec People’s University-Slovenia; UTU- University of Turku- Finlandia; RISEBA- University of Applied Sciences- Lettonia; BIC INNOBRIDGE- Business Innovation Center- Bulgaria; IDEC- Società di consulenza sulla formazione- Grecia.
[2] Feijao C. et al., The global digital skill gap, RAND Europe, 2021.