Il futuro della formazione manageriale. Intervista con Marco Vergeat

Il futuro della formazione manageriale. Intervista con Marco Vergeat

Intervista pubblicata nel numero di gennaio 2021 di FormaFuturi, il magazine digitale di ASFOR e APAFORM.

Questo 2021 rappresenta un anno molto speciale per ASFOR. L’Associazione Italiana per la Formazione Manageriale, infatti, celebra i cinquant’anni di attività: un traguardo importante per una realtà capace di affermarsi come punto di riferimento per tutto il comparto e di evolversi per continuare a rispondere alle nuove sfide legate al cambiamento epocale che stiamo vivendo. Di questo percorso abbiamo parlato con il Presidente Marco Vergeat, confermato dal nuovo Consiglio Direttivo alla guida dell’associazione per il suo secondo mandato lo scorso 14 gennaio. Su sua proposta sono stati anche confermati i Vicepresidenti Giorgio Colombo ed Elisabetta Salvati.

La sua rielezione rappresenta un segnale di forte continuità che esprime l’apprezzamento del Consiglio e dell’intera base associativa per il grande lavoro svolto nel triennio 2018-2020. Sicuramente un riconoscimento al dinamismo e alla capacità di azione confermata dall’associazione anche in un anno molto complesso come il 2020. Come è cambiata ASFOR in questi tre anni di Presidenza e quali sono stati i principali traguardi che l’associazione ha raggiunto?

Anzitutto desidero precisare che l’avvio di un processo serio di cambiamento e qualificazione della capacità di iniziativa dell’associazione è iniziato prima di questo ultimo triennio, almeno 5-6 anni prima e che per realizzare appieno gli obiettivi che ci siamo dati la strada è ancora lunga. Possiamo però dire che nel triennio che si è appena chiuso abbiamo dato una bella accelerata e che pensiamo di essere sulla strada giusta. Ci siamo adoperati per qualificare e ampliare il raggio di influenza dell’associazione allo scopo di sostenere e sviluppare la cultura manageriale in Italia. Per fare ciò abbiamo perseguito sostanzialmente due obiettivi. Il primo è stato quello di rinforzare ASFOR come un luogo di analisi, approfondimento e confronto sui temi “caldi” che attraversano la realtà sociale ed economica contemporanea. Temi complessi che devono interrogare e sollecitare la responsabilità, il pensiero e l’azione del management. Ci siamo dati questo obiettivo pensando naturalmente alle potenzialità della nostra rete che è costituita da scuole di management, università, grandi aziende e società di formazione le quali possono mettere a fattor comune contenuti ed esperienze di vera eccellenza. La nostra volontà è quella di essere sempre più un riferimento per la cultura manageriale, oltre che per la formazione. Un think tank capace di coinvolgere e offrire stimoli e occasioni di approfondimento alle imprese pubbliche e private attraverso le nostre ricerche, gli eventi nazionali e locali, la realizzazione di un magazine digitale dedicato alla cultura manageriale, che ha sostituito Lettera Asfor con un approccio più moderno e innovativo. Il magazine, che non a caso si chiama formaFuturi, rappresenta un ulteriore spazio per intercettare e valorizzare saperi ed esperienze utili a innalzare il livello qualitativo della riflessione e del confronto critico sui temi del management. Ciò avviene sia attraverso la valorizzazione delle risorse interne al nostro sistema associativo, ma anche coinvolgendo personalità esterne di altissimo profilo. Il secondo obiettivo è l’ulteriore sviluppo e articolazione del nostro sistema di accreditamento, l’aggiornamento continuo dei sistemi, dei processi e anche dei servizi che sono collegati all’accreditamento. Essi devono accompagnare l’evoluzione della cultura e del ruolo manageriale nonché dei sistemi e dei processi formativi, preservandone e sostenendone la qualità e l’efficacia. Attraverso l’accreditamento le migliori idee si “scaricano a terra” e si trasformano in pratiche virtuose.

Quali sono stati i fattori che vi hanno aiutato a mettere l’associazione su questi “binari” e che la proiettano nel futuro?

Il primo sicuramente è quello di esserci posti degli obiettivi ambiziosi, ma coerenti con la qualità generale e le qualità e caratteristiche specifiche degli associati ASFOR, quindi coerenti con le potenzialità della nostra rete, ma è stato importante anche un secondo fattore: dare voce, con più forza di prima, a una scelta valoriale. Sentire di avere una responsabilità, come sistema e rete ASFOR, nel contribuire alla formazione di una classe dirigente in grado di dare un futuro migliore al paese. Questo ha significato assumere una prospettiva critica e scegliere. Ha voluto dire riflettere, discutere e condividere una posizione di fronte ai grandi problemi che investono la società, le imprese, le persone: le grandi crisi economiche che periodicamente ci investono e fanno grandi danni, gli effetti della trasformazione digitale sul lavoro e l’occupazione, il declino demografico, l’istruzione, la salute, la qualità della PA ed il rapporto pubblico privato, le prospettive per i giovani, senza parlare di ambiente e clima e di molto altro. La formazione manageriale non può illudersi di occuparsi esclusivamente di competenze e strumenti, se non legandoli saldamente ai valori e quindi agli scopi, ai fini che l’azione manageriale può perseguire. Se non puntando a sviluppare leader responsabili, motivati e capaci di dare un proprio contributo, nei propri contesti, per migliorare il mondo; non per lasciarlo così com’è o addirittura per renderlo peggiore. Abbiamo tentato di convergere nella direzione di un cambiamento positivo, di schierarci in favore di quelle pratiche virtuose che sono presenti sia nel settore pubblico sia nel privato e nel contempo di trattare in modo critico approcci che sono figli di modelli culturali, economici e manageriali non sostenibili. In concreto ciò ci ha portato a riflettere e a valorizzare le idee e le pratiche sostenibili nella gestione delle imprese, proprie di un capitalismo responsabile e non predatorio. Questa impostazione ci ha consentito di incontrare compagni di viaggio di qualità, già impegnati nel perseguire obiettivi di cambiamento culturale: ricercatori sociali, economisti, esperti di management, filosofi, psicologi, formatori, scienziati, imprenditori etc. Persone provenienti da campi disciplinari e di esperienza diversi, che ci hanno portato e ci portano grande valore aggiunto. C’è poi un terzo fattore che è stato fondamentale: l’attivarsi responsabile e sentito degli associati ASFOR e delle persone che li rappresentano nel Consiglio direttivo. In questi tre anni ho avuto il privilegio di lavorare con un team propositivo, coeso e costruttivo, a partire dai due Vice Presidenti che sono stati confermati. Non posso che prendere atto di un vero e proprio salto di qualità a livello partecipazione, propositività e iniziativa. C’è stata una crescita importante dell’engagement, che ha consentito di garantire un lavoro di squadra corale ed efficace, senza il quale non avremmo raggiunto nessuno dei risultati di cui andiamo fieri. A questo aggiungo la sinergia con APAFORM, con cui abbiamo condiviso tante delle nostre iniziative e ciò ha contributo al raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo preposti.

Con FormaFuturi, proprio insieme ad APAFORM, avete voluto guardare oltre il ristretto ambito della formazione manageriale, spinti anche dal desiderio di ispirare e ispirarsi. Questa scelta racconta in qualche modo anche l’evoluzione che vi immaginate per ASFOR da qui ai prossimi anni?

Certamente. La linea editoriale del magazine risponde proprio agli intenti a cui facevo cenno prima. Non si può pensare di essere rilevanti senza avere un’idea di futuro, senza avere un’idea del mondo che ci piacerebbe costruire. Siamo convinti che sia nostra responsabilità fornire un contributo, piccolo o grande che sia, per migliorare la società e l’ambiente in cui viviamo e in cui vivranno i nostri figli e le generazioni a venire. Questo significa schierarsi in favore di quelle scelte che vanno nella direzione di una società più equa, più giusta, più sostenibile e, in concreto, da un lato far emergere e suscitare approvazione sociale verso i modelli e le pratiche virtuose, dall’altro mettere in guardia dagli esempi negativi. Per fare questo diventa essenziale proseguire l’attività di coinvolgimento e confronto con il mondo accademico e la comunità scientifica, ma anche attivare e coinvolgere i soggetti di eccellenza del settore pubblico e privato, allargare la presenza delle imprese tra i nostri associati. Allo stesso tempo, in quest’ottica, dobbiamo pensare anche a un sistema di alleanze con altre realtà associative con cui c’è comunanza di valori e obiettivi. Mettersi in connessione oggi è imprescindibile, non si può pensare di fare tutto da soli. Un altro obiettivo fondamentale per noi è giungere a un riconoscimento della formazione manageriale come comparto specifico. Questo significa consolidare il rapporto con le istituzioni. Attraverso progettualità e capacità di iniziativa, il sistema associativo ASFOR deve puntare al pieno riconoscimento sostanziale e formale del comparto della formazione manageriale come leva di sviluppo e cambiamento socioeconomico del Paese.

Il 2020 è stato anche l’anno del Manifesto sulla Formazione Manageriale che ASFOR ha elaborato insieme ad APAFORM. Perché un documento come questo è così importante oggi, in una fase storica che vede un’accelerazione esponenziale del cambiamento?

Quale direzione deve imboccare il settore per favorire l’affermazione di una società più consapevole, giusta e sostenibile? Di formazione e apprendimento parlano tutti. Il Manifesto aiuta a definire gli scopi e le caratteristiche di una formazione di qualità, efficace nel generare risultati e in grado di rafforzare e anche far evolvere la cultura manageriale della classe dirigente del nostro Paese. Una struttura di formazione o un formatore, leggendolo, ci piacerebbe che dicesse “ecco questa è la formazione che mi piacerebbe saper fare e nella quale mi identifico”. In questo contesto di trasformazione e cambiamento globale, la funzione manageriale ha una responsabilità primaria nel ridefinire i modelli organizzativi e di business e nel prendere decisioni che garantiscano la sostenibilità delle istituzioni pubbliche e private. Questa necessità di adeguare continuamente le conoscenze, le competenze e i valori, per governare e non subire il cambiamento. Una formazione di qualità, come abbiamo già detto, non può non interrogarsi sul futuro, sul tipo di società che vuole contribuire costruire. Tutto questo nella consapevolezza che competenze e valori devono andare a braccetto. È vero che i valori sono sostenuti e rafforzati dalle competenze, solo così divengono pratiche reali, ma è altrettanto vero che le competenze hanno bisogno dei valori per essere orientate verso scopi che rappresentino e custodiscano il bene comune.  

 

Autore:
Andrea Crocioni è Direttore responsabile di Touchpoint Today e Touchpoint Magazine, testate dedicate al mondo dell’innovazione e della creatività per l’impresa edite da Oltre La Media Group. Nato a Milano il 19 novembre 1977, è laureato in Storia Contemporanea presso l'Università degli Studi di Milano e dal 2008 è giornalista professionista.

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